Nel mio immaginario, un'oasi è un luogo a lungo cercato, fortemente  desiderato, anelato, assolutamente  necessario alla sopravvivenza, dove possa dissetarmi, che mi ristori, mi rigeneri e mi permetta di ritornare a vivere.

Perfetto.

La pratica per me ha costituito proprio quello.

Praticare cosa? 

Questa esperienza può prendere forme diverse: momento meditativo che riconnette a sé stessi nel qui e ora, momento riflessivo che approfondisce la conoscenza e consapevolezza della vera natura della realtà, momento ludico che accarezza il mio bambino interiore, momento di condivisione che guarisce ferite antiche, momento di preghiera che avvicina alla mia parte divina...e molto altro.

E' caratterizzato da una forza centripeta, che attiva un'inversione della spersonalizzazione e proiezione dilaganti.

No, non sto parlano di fare jogging mentre la mente vaga impazzita attorno ad una serie infinita di  preoccupazioni e falsi bisogni indotti dal sistema!

Il fine ultimo è l'evoluzione, ossia il processo di apprendere e sperimentare l'amore incondizionato, prima di tutto per noi stessi, e successivamente, per l'altro.    

Tu solo puoi sperimentarti e trovare la pratica che fa per te, un rituale quasi sacro al centro del quale ci sei tu, e che in quel centro ti aiuta a mantenerti vivo.

Noi tutti abbiamo inclinazioni differenti, e anche individui apparentemente simili vivono le medesime esperienze in modi soggettivi.

Sicché, ognuno viene attirato da diversi modi di riconnettersi a se stesso, riallinearsi, ripercepirsi.

In questa sezione vorrei parlare delle diverse forme di pratica che io conosco e ho sperimentato, con l'idea che possa ispirare e aiutare qualcuno a sperimentarsi.

Buon ristoro.